Questa sportiva è ancora di una straordinaria attualità, come tutte le cose belle e intramontabili. Messa a punto nella parte tecnica da Gianni Lancia, Carlo, Virgilio e Vittorio Jano, nella carrozzeria è in linea con l'estetica degli anni '50/'60, che, dopo gli anni oscuri della guerra, oppone alle forme austere e dure prebelliche forme fluide e curvilinee, sulle quali lo sguardo scorre senza impedimenti. È l'estetica della leggerezza, dell'eleganza nella semplificazione dei modelli, come contemporaneamente Gio Ponti attuava nelle strutture architettoniche e negli arredi.
Chi potè ammirarla al Salone di Torino e a quello di Ginevra nel 1955, ne apprezzò subito il profilo ondulato senza interruzioni, dal frontale ai parafanghi, alla "coda" addolcita dalla presenza discreta di due "pinne" (alla moda americana di quell'epoca). I fianchi sono lisci e puliti per le portiere prive di maniglie visibili.
Il parabrezza della B24 è panoramico e avvolgente, profilato di ottone cromato.
Un'eleganza curvilinea caratterizza anche il cruscotto, come l'interno imbottito. La capote ripiegabile in tela scompare dietro ai sedili.